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“Darwin, Nevada”, al Teatro Bonci racconto on the road di crisi climatica, conoscenza e informazione

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di Redazione Spettacoli

Un racconto on the road che mette in luce con humour due gravi criticità del presente, la crisi climatica e il rapporto tra conoscenza e informazione, per riaffermare l’importanza di una voce che deve pesare nel nostro tempo, quella della scienza: è il nuovo lavoro di uno dei protagonisti del teatro civile e di narrazione Marco Paolini, che dopo aver raccontato la storia di Galileo Galilei nello spettacolo ITIS Galileo (rappresentato anche a Cesena nel 2011) torna a occuparsi di una figura cardine del pensiero moderno per raccontare la genesi della più scomoda delle sue teorie, l’evoluzionismo di Charles Darwin. Ideato con la collaborazione del filosofo delle scienze biologiche Telmo Pievani, del paleontologo statunitense Niles Eldredge e dello storico della scienza britannico James Moore, tra i maggiori studiosi della vita e dell’opera del celebre naturalista, Darwin, Nevada è diretto da Matthew Lenton, il visionario regista britannico della compagnia Vanishing Point di cui ERT / Teatro Nazionale ha prodotto 1984 (2018) e Metamorfosi (2021).

Lo spettacolo, coprodotto da Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Vanishing Point e Jolefilm in collaborazione con La Fabbrica del Mondo, ha debuttato a Milano alla fine del mese di gennaio ed è atteso al Teatro Bonci di Cesena dal 6 al 9 marzo (da giovedì a sabato alle ore 20.30, domenica alle 16.00). Sarà poi al Teatro Arena del Sole di Bologna (11 e 12 marzo) e al Teatro Storchi di Modena (dal 13 al 16 marzo).

Venerdì 7 marzo alle ore 19.00 al Cinema Eliseo, per il ciclo DAL PALCO ALLO SCHERMO, è prevista la proiezione del film di Wim Wenders Il sale della terra (2014), che attraversa l’arte del fotografo brasiliano Sebastião Salgado insieme al figlio dell’artista, Juliano Ribeiro Salgado, coregista. In apertura Elena Ioli, divulgatrice scientifica e insegnante di fisica cesenate, presenta il libro Antartide come cambia il clima (Edizioni Dedalo, 2021), che racconta l’esperienza vissuta in Antartide con 76 scienziate provenienti da tutto il mondo, facendo il punto sull’emergenza climatica; l’autrice dialoga con Ilaria Cecchinato. 

Sabato 8 marzo alle 18.00, Conversando di Teatro: incontro con Marco Paolini e la compagnia, moderato da Emanuele Regi, critico teatrale e dottorando in arti performative all’Università di Bologna.

Nel 2001 sono stati rubati dalla biblioteca di Cambridge i taccuini di Charles Darwin. Vent’anni dopo, il giorno della Pasqua 2022, i quaderni venivano misteriosamente restituiti, in una busta, con la scritta “Librarian/ HappyEaster/ x”. Alla teoria dell’evoluzione, rivoluzione scientifica tra le più importanti e controverse, Darwin arrivò con un lungo travaglio di dubbi: ventidue anni di riflessioni prima di pubblicare The Origin of the Species, annotate su questi quadernetti.

Ma che cosa successe in quei vent’anni? 

«Siamo partiti da un pretesto – racconta Paolini – il furto dei taccuini di Darwin misteriosamente conclusosi con la loro restituzione, senza alcun indizio rispetto a cosa fosse accaduto nel lungo tempo intercorso. Noi abbiamo provato ad avanzare un’ipotesi e ne abbiamo fatto lo spunto narrativo del nostro viaggio». A questo fatto di cronaca, nella tessitura del racconto se ne aggiunge un altro: «in mezzo al deserto del Nevada, ogni anno si tiene il Burning Man Festival una manifestazione che raccoglie disciplinatamente decine di migliaia di persone, in maggioranza giovani, che provengono da varie parti degli Stati Uniti, e, per un periodo di tempo limitato, scelgono di vivere insieme, di sostituire il denaro con il baratto, di condividere esperienze e creare una comunità ideale, forse dal profilo un po’ New Age. Durante l’edizione del 2023 piovve in maniera abnorme. Noi abbiamo fatto coincidere quell’episodio con la nostra narrazione, perché, in effetti, seguiva di poco la restituzione dei taccuini di Darwin. 

Dove ci siamo diretti? A Darwin, ghost town, città mineraria ai margini del nulla nel deserto del Mojave, da migliaia di abitanti passata a 35, in California (ma noi la spostiamo di poco nel Nevada).

Là dove le teorie di Darwin sono forse meno accettate, ovvero in quel mondo protestante e conservatore che costituisce anche il blocco di elettori dominante della potenza economica e militare più forte del pianeta».

Nei sondaggi effettuati da Gallup (Istituto statunitense per le ricerche statistiche e l’analisi dell’opinione pubblica), all’inizio degli anni 2000, alla domanda “da quanto tempo l’uomo si trova sulla terra?”, il 45% degli americani ha risposto che è stato creato nella sua forma attuale circa 10.000 anni fa. Un ulteriore 40% ha sostenuto invece che si è evoluto nell’arco di milioni di anni da forme di vita meno avanzate, ma sotto la guida di Dio.

«Perché è davvero curioso riscontrare – commenta Paolini – come gli Stati Uniti, che se pur con sempre maggiore fatica continuano a svolgere un ruolo ancora centrale per il pianeta, abbiano al loro interno una schiacciante maggioranza di persone che preferiscono usare la Bibbia come testo scientifico, ricusando non solamente i testi di Charles Darwin, ma tutto ciò che ne è scaturito: le ricerche sulla fisiologia della mente e del corpo umano e gli approfondimenti intorno alla relazione tra uomo e natura che ci hanno portato a ridimensionare sensibilmente il nostro antropocentrismo».

«Darwin, per me, è lo scienziato al quale facciamo ricorso per riflettere su una crisi attuale che sta affliggendo il nostro mondo. È la base, le fondamenta (se pensiamo allo spettacolo come a un edificio) della storia, che è, comunque, una vicenda di fantasia, ambientata ai nostri giorni – dichiara Matthew Lenton. Spiegando che l’intenzione della regia non è stata quella di costruire un biopic ma piuttosto di proiettare la vicenda e il pensiero dello scienziato raccontate da Marco Paolini in una dimensione onirica, fatta di immagini e suggestioni visive.

«A me non piace il naturalismo, perché penso sia un linguaggio destinato alla televisione o al cinema; in teatro, all’opposto, bisogna relazionarsi con un gruppo di persone fisicamente presente, che vive un’esperienza unica. Questo presupposto è fondamentale nel lavoro di Marco, come lo è nel mio».

Nello spettacolo, si immagina che due ragazze, Sue Ellen e Sunny (Clara Bortolotti e Cecilia Fabris), stiano fuggendo di notte, con il loro camper, da quella tempesta del 2023. Complici l’oscurità, l’adrenalina e il maltempo, travolgono un uomo. Chi è quello strano personaggio che vaga portando con sé dei misteriosi libretti di appunti? Che sia Fernando Morión Nevada, partito per fare il giro del mondo, dopo aver lasciato la fidanzata Lupe (Stella Piccioni) ad aspettare il suo ritorno? E da dove vengono i misteriosi taccuini? Sarà compito di Ed (Stefano Moretti), sceriffo fondamentalista della città di Darwin (e fidanzato pro tempore di Lupe) gestire, in qualche modo, la situazione.

Seguendo le tracce di Charles Darwin, sullo sfondo di una sperduta città americana che porta lo stesso nome dello scienziato, cinque personaggi intrecciano le loro esistenze in un racconto intorno alla migrazione delle specie e al pensiero scientifico, oggi a rischio di estinzione (perché difficile da addomesticare), insieme a buona parte delle specie selvatiche del pianeta.

«La mitigazione ha fallito – conclude Paolini – Siamo in un tempo in cui dobbiamo raccontare l’adattamento: questo fa il libro di Darwin, e ci dice che l’adattamento sarà feroce».

Su Vita, studi, scoperte di Charles Darwin Paolini, Pievani e i professori Moore e Eldredge si erano confrontati pubblicamente nel 2020 nell’ambito del progetto Scienza, coscienza e conoscenza. Sei sguardi ai saperi per fare comunità di ERT, Fondazione per l’Innovazione Urbana e Rai Radio3 Scienza. 

foto: Masiar Pasquali | Piccolo Teatro Milano

Attore, regista, autore, Marco Paolini è nato a Belluno nel 1956. Dagli anni Settanta al 1994 ha fatto parte di vari gruppi teatrali. È in uno di questi, il Teatro Settimo di Torino, che inizia a raccontare storie: nascono gli Album, i primi episodi di una lunga biografia collettiva che attraversa la storia italiana dagli anni ’60 ai giorni nostri, fino a immaginare il futuro prossimo con il l’Album Le avventure di Numero Primo.

Noto al grande pubblico per Il racconto del Vajont, è autore e interprete di narrazioni di forte impatto civile (I-TIGI Racconto per Ustica, Parlamento chimico, Il Sergente, Bhopal 2 dic. ’84, U 238, Miserabili), di racconti sul cambiamento della nostra società, attraverso i dialetti e la poesia sviluppata con il ciclo dei Bestiari, e sul paesaggio nel suo mutarsi con la storia, come nel Milione.

È protagonista di memorabili dirette televisive (tra cui ITIS Galileo e Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute, seguiti da quasi due milioni di telespettatori su La7).

Dopo Ballata di uomini e cani, dedicata a Jack London, nel 2016 debutta con giovani attori del Teatro Nazionale Palestinese in Amleto a Gerusalemme, con la regia di Gabriele Vacis e dà vita a un nuovo progetto dedicato alla tecnologia intitolato #Madre Incerta, una trilogia di cui fanno parte Le avventuredi Numero Primo (2016, con l’omonimo romanzo edito da Einaudi), #Antropocene, oratorio per voci, violoncello solista e orchestra (con Mario Brunello e Frankie hi-nrg mc, 2017), Tecno Filò (2018). Nel 2019 nasce Nel tempo degli dèi. Il calzolaio di Ulisse. L’anno dopo Filo Filò e nel 2020 Senza confini_No border.

Tra i suoi ultimi spettacoli, SANI! Teatro fra parentesi creato durante il primo lockdown, ANTENATI the grave party (2021) e BOOMERS (2022), inusuale confronto tra generazioni sullo sfondo della recente storia italiana.

Nel 2021 dà vita a La Fabbrica del Mondo, un progetto che, coniugando arte e scienza promuove l’impegno verso gli obbiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La prima messa a terra è un programma per la televisione in tre puntate (Rai 3, gennaio 2022) ideato e condotto assieme allo scienziato evoluzionista Telmo Pievani, che unisce la narrazione teatrale alla divulgazione scientifica, al racconto cinematografico, alle conversazioni con voci autorevoli della scienza, dell’economia e della letteratura che denunciano (inascoltate) il disastro in atto nel nostro pianeta. Nel solco del progetto sono nati gli Incontri della Fabbrica del Mondo, i live teatrali, il progetto VajontS 23 (una grande azione corale di teatro civile cui hanno aderito oltre mille realtà in Italia e nel mondo, fra cui ERT con il Teatro Bonci), Mar de Molada (teatro campestre in quattro tappe lungo il Piave). Il nuovo lavoro Atlante delle Rive si sviluppa nel triennio 2025/27 come azione di teatro civile diffuso e corale che coinvolge scuole, teatri e cittadini in rete tra loro per raccontare l’Italia attraverso i fiumi e i bacini idrografici e ritrovare la consapevolezza della realtà fisica del nostro paese. 

Nel 1999 ha fondato Jolefilm, la società con cui produce tutti i suoi spettacoli e con cui sviluppa la passione per il documentario e il cinema, realizzando opere che hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico e di critica (dal pluripremiato Io sono Li di Andrea Segre, regista anche dei più recenti Welcome Venice e Berlinguer, a La pelle dell’orso, di cui è coautore con Marco Segato oltre che interprete, The Italian Banker di Alessandro Rossetto, Billy di Emilia Mazzacurati).

Matthew Lenton è il fondatore e direttore artistico della compagnia teatrale Vanishing Point, che ha sede a Glasgow.

Il suo lavoro con il gruppo è stato rappresentato in numerosi paesi in Europa, Sud America, Russia e Cina, oltre che in festival internazionali come lo Stanislavsky Festival (Mosca), il FIBA (Buenos Aires), il Napoli Teatro Festival e il Festival d’Automne (Parigi). Tra le ultime produzioni, Confessions of a Shinagawa Monkey (Kanagawa Arts Theatre, Yokohama, Giappone), Interiors (Barbican, Londra) e Love The Sinner (Tron Theatre, Glasgow/ Traverse Theatre, Edimburgo). Altri lavori recenti sono Love Beyond (Manipulate Festival, Edimburgo/ Raw Material Arts), Metamorfosi e 1984 (prodotti da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale), Charlie Sonata (Lyceum Theatre, Edimburgo), Middletown (Royal Conservatoire of Scotland), Il mercante di Venezia (Teatro Nazionale del Kosovo) e Striptease/ Out at Sea (Citizens Theatre Glasgow/ FIT Festival Lugano).

Nel 2010, è stato il primo regista britannico a rivestire il ruolo di maestro dell’École des Maîtres, master internazionale di alta formazione, strutturato in forma itinerante in più paesi europei.

 

Darwin, Nevada un progetto di Marco Paolini
regia Matthew Lenton
da un’idea di Niles Eldredge, James Moore, Francesco Niccolini, Marco Paolini, Telmo Pievani, Michela Signori
drammaturgia Marco Paolini
con la collaborazione di Francesco Niccolini e Telmo Pievani
dramaturg Teresa Vila
personaggi e interpreti (in o. a.)
Marco Paolini Narratore
Cecilia Fabris Sunny
Clara Bortolotti Sue Ellen
Stefano Moretti Ed
Stella Piccioni Lupe
scene e costumi Emma Bailey
luci Kai Fischer
sound design Mark Melville
consulenza scientifica Niles Eldredge, James Moore
assistente alla regia Virginia Landi
produzione
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Vanishing Point, Jolefilm
in collaborazione con
La Fabbrica del Mondo
foto di scena Masiar Pasquali – Piccolo Teatro Milano
Le repliche di Cesena sono presentate in collaborazione con Coop Alleanza 3.0

 

 

(1 marzo 2025)

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