di Redazione Rimini
Dal 1 febbraio in vigore le nuove misure varate dal Governo sul Green Pass Base, la cui durata di validità si abbassa da nove a sei mesi dall’ultima somministrazione, e la cui esibizione diventa obbligatoria per l’ingresso nei principali uffici pubblici, negli uffici finanziari e nei negozi.
Inoltre, sempre in base alle nuove regole anti-Covid, scatteranno le sanzioni per tutti gli over 50 (salvo chi ne è esentato per motivi di salute) che non sono in regola con l’obbligo vaccinale.
Dal 15 febbraio, invece, ci sarà un’ulteriore stretta da parte del decreto, che introduce l’obbligo del Super Green Pass, conosciuto anche come Green Pass Rafforzato (non più ottenibile con il tampone) per i lavoratori pubblici e privati sopra i 50 anni di età che accederanno ai luoghi di lavoro.
Il Green Pass continua però a non essere richiesto per entrare nelle attività che vendono in prevalenza prodotti alimentari e bevande, come supermercati, discount di alimentari e minimercati, nonché per quanto riguarda i mercati all’aperto e i negozi per il commercio al dettaglio di prodotti surgelati.
“La realtà intorno a noi è cambiata, due anni di pandemia hanno riscritto le regole di convivenza, cambiato l’economia, stravolto la scuola, la sanità… e non si torna indietro. Oggi possiamo guardare oltre l’emergenza, ma, per arrivare a questo equilibrio, è stato necessario investire ogni risorsa disponibile, compiere ogni sforzo possibile – dichiara l’Assessore alle Politiche per la Salute del Comune di Rimini Kristian Gianfreda in una nota stampa che pubblichiamo integralmente; “Solo a Rimini sono ricoverate circa 192 persone e a fare le notti agli infettivi vanno ginecologhe, dermatologi e chiunque abbia una laurea in medicina. Cittadini malati si vedono rinviare esami, operazioni e ricoveri perché l’azienda sanitaria non riesce a sostenere l’impatto delle richieste da Covid. Le difficoltà sono ancora presenti, ma è indubbio che, grazie alla scienza, abbiamo aperto un capitolo nuovo. Un anno fa avevamo chiuso l’Italia, anzi il mondo, oggi, con il vaccino, siamo tornati a riprenderci la nostra libertà, la nostra quotidianità. La scelta vera è o stare dalla parte di chi prova a trovare soluzioni al problema, con lo studio, l’esperienza e la competenza in materia, oppure diventare parte del problema. Oggi non vaccinarsi significa aumentare le possibilità di riempire i reparti degli ospedali, accrescere le probabilità che si sviluppino altre varianti, mettere a repentaglio la salute di chi non può vaccinarsi, anche se vorrebbe. Significa voler fare un passo indietro, quando avremmo la possibilità di farne mille in avanti. Se oggi ci troviamo in una situazione innegabilmente migliore rispetto all’inizio, e se ci stiamo dirigendo verso un alleggerimento generale delle restrizioni (con la messa in campo di una strategia di convivenza con il virus), è solo grazie a una campagna vaccinale che funziona e che ha raggiunto un’elevata percentuale di partecipazione. E’ grazie al fatto che la stragrande maggioranza delle persone ha fatto una scelta responsabile. Ma per lasciarci la pandemia davvero alle spalle, serve il coinvolgimento di tutti, non solo di una parte, perché come è giusto ripetere, l’uomo non è un’isola. In questo periodo più che mai, la parola “libertà” ha senso solo se affiancata a quella di “comunità”. Il nostro benessere individuale va collocato dentro una comunità, una società, un gruppo, altrimenti è un’illusione”.
(31 gennaio 2022)
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