di Redazione Rimini
Ennesimo caso di omofobia, ennesimo caso” isolato” di quello che per qualcuno è un fenomeno che non esiste. La giovane celebrità sui social ha trovato il coraggio, ancora con la voce tremante, di denunciare. Lo stesso coraggio che purtroppo molte persone LGBTQI spesso non riescono a trovare e subiscono per anni l’omotransfobia. È stato aggredito da vigliacchi che si ritenevano in diritto di farlo, di umiliarlo pensando magari che non avrebbe reagito. Invece non solo Gabriele ha avuto la presenza di spirito di scappare ma ha anche dato un grande esempio di coraggio denunciando pubblicamente quanto avvenuto. Nel suo video cita il Pride Month che a Rimini ancora è in corso perché il Rimini Summer Pride ci sarà il prossimo 30 luglio e Gabriele ovviamente è invitato. Ci auguriamo che come lui tutte le altre persone bersaglio di omotransfobia trovino la forza di denunciare, perché ciò avvenga bisogna agire non solo a livello culturale ma anche politico. Un’efficace prevenzione sarebbe possibile solo con una legge penale che punisca l’omotransfobia. In mancanza di questo occorre non solo condannare atti come quello cui assistiamo oggi ma anche mettere in guardia chi portasse dentro di sé simili intenzioni diffidandolo dal metterla in pratica. A oggi in Europa solo Italia e Bulgaria sono prive di una legge contro i crimini d’odio omotransfobici. Occorre che il messaggio da tutte le istituzioni sia chiaro, a partire dal parlamento dove giace inascoltata la legge sull’omotransfobia, fino alle istituzioni locali che devono attivarsi pienamente per la prevenzioni di simili atti, non solo insistendo sulla condanna ma chiarendo che questo odio non può appartenere allo spirito di una città come Rimini che vuole essere aperta, rispettosa, accogliente e libera. Occorre una presa di coscienza, un riconoscimento che questi fatti purtroppo spesso taciuti sono terribile quotidianità per tanti e tante giovani, e fare sapere loro che siamo lì, al loro fianco, sempre.
Lo denuncia, con un comunicato stampa a firma del presidente Marco Tonti (foto), l’Arcigay Rimini “Alan Turing” impegnata, con buona parte delle forze politiche riminesi – e poca pace delle altre – a ridefinire i contorni della convivenza civile nella città romagnola, capitale del turismo e noto divertimentificio che aspira all’autointolazione a citta delle libertà per le persone LGBTI. Non è certo per demerito di Arcigay Rimini se questi episodi raccontano quanto lontano sia il raggiungimento dell’obbiettivo.
(5 luglio 2022)
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