di Pa. M.M.
Non ha scatenato il putiferio che il governo forse si aspettava lo sbarco di centotredici migranti a Ravenna, direttamente dall’Ocean Viking appositamente dirottata per ordine del governo Meloni a Ravenna. Se era uno sgarbo a Bonaccini è venuto male.
L’Ocean Viking è approdata a Ravenna qualche minuto prima delle 13 del 31 dicembre, i migranti hanno cominciato a scendere ordinatamente: giù subito i casi medici e le mamme con i bimbi; quindi i minori non accompagnati, le donne sole, le famiglie e alla fine gli uomini adulti. C’è differenza di trattamento dal governo di destra tra i migranti accolti dalla Ocean Viking che hanno dovuto risalire l’Italia e i seicento soccorsi al largo della Sicilia che sono sbarcati più in fretta, senza essere dirottati ottocento chilometri a Nord. E’ l’amore delle destre italiane per l’uguaglianza: gli piace deciderlo loro se ti meriti di essere di seria “a” o “b”. L’Emilia-Romagna accoglie i migranti. Se il porto è stato obbligato l’accoglienza non lo è. Imparasse il governo di Roma come si gestisce l’accoglienza senza alterare gli equilibri sociali. Da diverse città, Modena e Parma in testa, la disponibilità all’accoglienza dei migranti che hanno rischiato di morire in mano.
C’aveva pensato Stefano Bonaccini a dare la linea sottolinenando il “lavoro organizzativo davvero straordinario, all’altezza dell’Emilia-Romagna, che si conferma ancora una volta terra di accoglienza e solidarietà” ringraziando poi il “lavoro condiviso” fra “il ministro Piantedosi, il prefetto De Rosa, il sindaco De Pascale e tutto il sistema regionale, dalla Protezione civile all’Azienda sanitaria”. Poi Bonaccini si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, quando ha affermato che “la scelta di mandare qui a Ravenna una nave che era nel Mediterraneo, e quindi costringerla a tanti giorni di navigazione in più per raggiungere questo porto” ha voluto dire “tenerla distante da dove c’è bisogno, e impedirle di salvare altre vite” decisione che per Stefano Bonaccini non può essere “condivisibile”.
Il Sindaco di Ravenna De Pascale, da parte sua, aveva lamentato il ritardo nelle comunicazioni del Governo, ma l’aveva chiusa in fretta: “Noi siamo comunque pronti”.
(1 gennaio 2022)
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