di Giancarlo Grassi
Nel momento in cui la non-notizia di Sallusti: “Vogliono indagare Arianna Meloni” diventa qualcosa che la presidente del consiglio ritiene verosimile (che non vuol dire, vero, vuol dire che lei lo ritiene possibile) e il numero due del suo partito parla di cospirazione, senza alcuna evidenza, insomma qualcosa si dovrà pur dire. Così che ci azzardiamo.
Quando, ripetiamo quando, questo governo deciderà di smetterla di occuparsi di cospirazioni presunte sulla base del nulla, contestando puntualmente – come da trent’anni a questa parte la sua parte politica fa – l’operato della Magistratura, e comincerà ad occuparsi di cose serie come i conti pubblici, il dove andranno a prendere i soldi per la manovra di Bilancio 2025, e dove – domanda ancora più complicata – andranno a trovare le risorse per il piano settennale di rientro nei parametri UE che il governo Meloni dovrà presentare nei prossimi mesi? Quando vorranno affrontare le storture italiane (chiamiamole anomalie) tipo quelle robe che viene definito far-west dell’ombrellone; di una ministra indagata dallo stato per questione di soldi dello stato versati dallo stato alla ministra dello stato in periodo covid? (e noi siamo certi della sua innocenza, ci mancherebbe altro). Quando insomma questa politica di disinteressati al benessere del popolo di cui si riempie la bocca, delle promesse in campagna elettorale dimenticate il giorno dopo quando, insomma, la finirà questa politica di blaterare di schemi già visti (questo sì è uno schema già visto) per occuparsi del paese di nuovo senza dovere alzare cortine di fumo come quello che chiamano Ius Scholae?
L’impressione è che i vari Panetta, Tajani eccetera debbano passare inosservati in nome di un conflitto ideologico montato ad arte, funzionale alla solita confusione da caserma per fare in modo che nulla cambi e continuare a “surfare” sulle vite altrui.
(22 agosto 2024)
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