di Redazione Politica
Regole condivise e rispetto della diversità:
questo è il messaggio di un’Europa
fondata sulla pace e sulla democrazia»
Fin dalla Seconda guerra mondiale è apparso evidente che solo una consolidata e condivisa unione avrebbe potuto preservare i Paesi europei da nuovi, sanguinari conflitti. È nato dunque innanzitutto con questo intento il progetto europeo quando, nel 1957, sei Paesi fondatori hanno firmato in Campidoglio il Trattato di Roma. Motivato originariamente dal desiderio di pace, il cammino dell’UE è stato lungo e travagliato: dapprima come unione politica, poi economica, e via via con obiettivi sempre più ambiziosi sui diritti civili, il welfare, l’accoglienza.
Le vicende narrate attraverso le cento immagini iconiche di questo libro parlano al cuore e alla memoria del lettore: dalla ricostruzione postbellica alla caduta del muro di Berlino, dall’abolizione delle frontiere alla moneta unica, dal suffragio universale ai referendum, dalla ricerca scientifica all’Erasmus, fino alla recente, dolorosa uscita della Gran Bretagna. Nessuno meglio di Romano Prodi, già presidente della Commissione europea – “padre” dell’euro e convinto sostenitore dell’allargamento dell’UE – poteva raccontare le tappe di quel cammino, i valori condivisi, le conquiste e le disillusioni; ma anche come l’Europa è entrata a fare parte della vita quotidiana dei suoi cittadini ampliando le prospettive delle nuove generazioni. Pur non risparmiando uno sguardo lucido sulle contraddizioni e gli errori commessi negli anni, traspare dalle sue parole una fiducia indefessa nel progetto che lui stesso ha contribuito a costruire. Oggi più che mai la traumatica esperienza della pandemia globale ci ricorda che l’Unione Europea rappresenta una grande forza e non solo: è il nostro futuro.
Romano Prodi (Scandiano, 1939) ha al suo attivo una lunga carriera accademica e di ricerca in ambito economico (Università di Bologna, Harvard University, Stanford Research Institute, Brown University, CEIBS Shanghai), ed è tra i fondatori della scuola italiana di economia industriale. Dal 1982 al 1989 è stato presidente dell’IRI e ancora dal 1993 al 1994. È stato ministro dell’Industria (1978-1979), poi due volte presidente del Consiglio della Repubblica italiana dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008. Nel 1995 ha fondato la coalizione dell’Ulivo. Da presidente della Commissione europea (1999-2005), ha traghettato l’Europa Unita verso la moneta unica e l’allargamento a venticinque paesi.
È universalmente riconosciuto come una delle personalità più accreditate ed esperte nel dibattito internazionale sui temi dell’Unione Europea.
(27 aprile 2022)
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