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Il rigassificatore è il problema non la soluzione

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di Redazione Romagna

In queste ore arriva a Ravenna la famigerata nave rigassificatrice BW Singapore, la cui presenza sarà di qui in avanti uno degli elementi caratterizzanti del panorama della Costa Adriatica. E come sanno tutte le persone informate, i problemi principali saranno i pericoli che questa presenza riveste, i costi che comporta e che saranno interamente scaricati sulle tasche della cittadinanza, i danni per la qualità dell’aria e dell’ambiente marino;  inoltre, questa realizzazione, voluta dai colossi dell’estrattivismo locale, nazionale, internazionale, e caldeggiata dalle Istituzioni, ci lega ancor più  strettamente ai voleri e agli interessi del sistema fossile.

Il sistema fossile è il primo e principale responsabile della catastrofe ecologica, che promette di peggiorare nei prossimi anni, ma della quale ai nostri governanti  importa evidentemente poco. La scelta di portare a Ravenna (come già a Piombino, come si farà probabilmente  in Liguria, come si intende fare in Sardegna e in Calabria) un terminale della filiera del gas liquefatto, devastante in ogni fase del suo percorso, non è la sola che minaccia sempre di più i nostri territori. Infatti sta anche andando avanti a velocità vertiginosa la costruzione del gasdotto della Linea Adriatica, che sventra l’ Appennino e le campagne; si sta proponendo senza alcun senso del pudore di potenziare e incrementare il ricorso alle trivellazioni, in perfetto stile Trumpiano; si stanno spacciando per innovazione e strumenti di transizione delle illogiche realizzazioni tecnologiche, come l’impianto di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica.

E’ necessario che cessino la disinformazione e la manipolazione dettate direttamente dai padroni del sistema fossile, e tutti i soggetti in campo si prendano le proprie responsabilità, assumendo posizioni argomentate e conseguenti. L’informazione, la politica, le aziende stesse, devono rivolgere il proprio impegno al servizio di una svolta, nell’interesse generale, invece di continuare sulla via della distruzione in cambio dei profitti immediati.

A nostro avviso è oggi indispensabile che vengano assunti impegni precisi per  un percorso di dismissione del rigassificatore; si istituisca un monitoraggio continuo e indipendente sulla qualità dell’aria, dell’ambiente marino, dell’assetto idrogeologico e dell’impatto sull’ambiente e sulla salute, in tutte le zone interessate non solo dal rigassificatore, ma anche dalla costruzione del gasdotto e dalle altre realizzazioni collegate al gas;  tutta la politica apra un confronto serio, finalizzato al taglio dei sussidi alle fonti fossili e promuova l’incentivazione degli investimenti rinnovabili, nell’ottica di trasferire l’energia dall’ambito dei profitti a quello dei beni comuni. Ed è necessario che finalmente si metta seriamente in discussione il rapporto di subordinazione delle Istituzioni amministrative, culturali, formative e sociali ai poteri dell’energia fossile.

Il comunicato è a firma di:

RETE EMERGENZA CLIMATICA AMBIENTALE
RETE NO RIGASS NO GNL
CAMPAGNA PER IL CIMA FUORI DAL FOSSILE   
ENERGIA PER L’ITALIA
COMUNITA’ ENERGETICA RAVENNA
LEGAMBIENTE REGIONALE

 

 

(27 febbraio 2025)

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