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Dimissioni Zingaretti, senatori De Petris, Errani e Ruotolo: “Occorre ristrutturare ill campo democratico, progressista ed ecologista”

di Redazione, #Politica “Siamo convinti della necessità ormai ineludibile di aprire un cantiere tra quanti, nella società civile e nelle forme organizzate della politica, si riconoscono nel campo largo delle forze progressiste, democratiche ed ecologiste, che si battono per i diritti civili e di genere e che sono antifasciste e contro il razzismo. Le dimissioni di Nicola […]
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La Lega uscirà dal gruppo sovranista a Bruxelles. Il nuovo che imputridisce

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di Giancarlo Grassi #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

Dopo i disastri di Matteo Salvini ecco pronta la svolta neo-putrescente della Lega di Salvini o Zaia che dir si voglia che, stanca dei fallimenti su scala nazionale, imbraccia nuovamente il fucile filoveneto della indipendenza del Nord, dimenticandosi che a bloccare in parlamento le richieste di autonomia di Emilia-Romagna e Veneto è stata proprio la Lega.

Siamo al nuovo già putrefatto. Così che tocca informarvi, come già ha fatto La Stampa con i suoi lettori, che il nuovo [sic] corso della Lega a direzione collegiale che prevede lo sganciamento dal gruppo sovranista a Bruxelles, con tanto di saluto alla bionda Le Pen, l’orginale, non la sua urlante imitazione dalla Garbatella, e pare anche a quelli di Visengrad, ma non si sa perché lì ci sono altre storie che vanno ad incidere nel filo-putinismo e su altre storie sulle quali la storia – speriamo prossima ventura – farà ampia luce.

Il prossimo gruppo al quale approdare potrebbe essere quello dei Popolari Europei, ma per un lungo periodo la Lega in Europa potrebbe rimanere nella terra di nessuno, o degli scappati di casa, perché le trattative potrebbero durare a lungo, visti anche i buoni esempi lasciati dal buon Salvini. Succede infatti che la strada per i Conservatori sia già bloccata dalla presenza di Fratelli d’Italia (l’Italia si pesta) di Meloni e camerata. Scrive La Stampa:

Se vuole candidarsi alla premiership del centrodestra e non trovarsi contro la Bce, le Cancellerie europee del Vecchio Continente, oltre alla finanza che decide il corso dello spread e l’acquisto dei titoli italiani, il leader del Carroccio deve darsi una regolata. E quale migliore scudo del Partito Popolare europeo. Silvio Berlusconi glielo dice da anni, Giancarlo Giorgetti idem. In una intervista a Repubblica ha detto chiaro e tondo che a decidere in che gruppo transitare non saranno i parlamentare europei ma lui e Salvini. «Stiamo facendo le opportune valutazioni politiche. Siccome non siamo completamente tonti, ragioniamo», ha spiegato Giorgetti.

La faccenda si fa complicata perché Salvini su Merkel, sull’Europa e sui Popolari Europei ne ha dette di tutti i colori senza risparmiarsi, come è costume di quelli che “non siamo completamente tonti”, così toccherà stare alla finestra. E’ noto del resto che la Lega si è astenuta sulla mozione di condanna contro Lukashenko che ora Giorgetti taccia di “errore madornale” come se lui mentre la Lega votava a Bruxelles facesse parte del PD.

La dichiarazione fa un po’ ridere perché Giorgetti, nella Lega, è il responsabile esteri. Così come fa sbellicare il timore che Salvini sia incapace dell’inversione a U necessaria. Pur di stare dove sta l’uomo è disposto anche a guidare a sinistra (dato che dai comunisti pro liberalizzazione della marijuana viene)…

Insomma non mancheranno le cose da mettere a posto. A riuscirci.

 

(27 settembre 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 




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