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Salvini e il “Linguaggio da consiglieri facili di pistola”. Parola di Enrico Letta

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di Daniele Santi, #Politica

Stanco delle continue provocazioni del Tribuno leghista, l’ultima della serie era stata “Letta fa il palo”, il segretario del PD Enrico Letta dopo la pax senese con Italia Viva, variabili impazzite permettendo, ha risposto con un tweet che inchioda Salvini alle sue responsabilità di politico, anche nel caso non impossibile che questi se ne freghi.

 

 

Il riferimento ai “facili di pistola” è diretto ai fatti di Voghera e Licata dove assessore alla sicurezza leghista a consigliere eletto con la Lega di Salvini, hanno lasciato che a parlare fossero le pistole, in un esercizio violento che usa il grilletto invece della lingua, ma il cui risultato è sempre lo stesso: chiudere la bocca all’Altro. O almeno provarci.

Salvini ha saggiamente evitato di rispondere alla puntualissima ed attualissima risposta di Enrico Letta ed è scivolato verso gli impegni prossimi futuri: prima un appuntamento su La 7 con Concita De GregorioIn Onda che ha pensato di mettersi in tasca con facilità, in quanto femmina, sbagliandosi di grosso perché con domande apparentemente innocenti la giornalista lo ha fatto a pezzi costringendolo ad evidenziare tutte le incongruenze della sua politica onnivora e sconclusionata alla perenne ricerca del consenso dell’adesso e qui e senza un progetto futuro che non sia legato ai sondaggi.

Poi la passerella a Milano Marittima di fronte ai soliti noti, con Vespa, alla conduzione e la pantomima della solita destra da avanspettacoli, che invita al telefono un Berlusconi biascicone il cui eloquio è quasi inintellegibile e alla ricerca perenne dello show mediatico: alla Ridolini l’incoronazione di Salvini quale leader della destra futura, quella che dovrebbe essere del partito unico, ennesima panzana alla quale non credono neanche loro, mentre la vita reale lentamente si sposta ad occuparsi d’Altro, e si allontana sempre più dall’uomo di Arcore.

Una giornata indimenticabile per Salvini che in pochissime ore ha incassato l’opposizione gentile, ma fermissima di Luca Zaia, potentissimo governatore del Veneto e vero e proprio serbatoio di voti leghista; l’irritazione per nulla nascosta di Giorgetti che minaccia fuoco e fiamme e il palese dissenso, espresso in parlamento e non sui giornali, di un numero importante di deputati leghisti.

Sta concludendo il suo capolavoro, il Tribuno leghista che Il Foglio ha denominato il Truce. Un capolavoro che passerà ai posteri come “Manuale Salvini: come evitare il disastro quando si è a un passo dall’Onnipotenza”.

 

(1 agosto 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

 

 

 

 

 



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