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Fatti ignobili, se accertati i colpevoli paghino senza sconti. La Regione sarà parte civile, e non accetto che venga gettato discredito sulle migliaia di operatori che lavorano nei servizi per l’infanzia dell’Emilia-Romagna, la cui professionalità rappresenta un patrimonio. Si metta un punto alle polemiche per trovare insieme le giuste contromisure, facendo sentire alle famiglie e alle comunità coinvolte la presenza vera delle Istituzioni. Per questo chiedo che in Assemblea legislativa tutte le forze politiche trovino le condizioni per l’istituzione di una Commissione regionale d’inchiesta che possa dare un contributo di ulteriore chiarezza rispetto ai fatti e a quanto sarà necessario porre in esser e per rafforzare le garanzie a tutela dei bambini e delle famiglie”
E’ il presidente della regione Stefano Bonaccini ad intervenire sui gravissimi fatti della Val d’Enza. “Sui fatti della Val d’Enza – scrive il un comunicato stampa giunto in redazione – sta conducendo un’inchiesta la Procura di Reggio Emilia. Gli inquirenti, a cui vanno la fiducia e il ringraziamento di tutti noi, stanno cercando di arrivare alla verità su accadimenti che, se confermati, sarebbero ignobili e dovrebbero portare all’applicazione piena delle pene previste nei confronti dei colpevoli, senza sconti per nessuno. L’ho detto fin dal primo giorno e lo ribadisco oggi: chi, incaricato di svolgere servizi pubblici delicati e cruciali quali la tutela e la protezione di minori, avesse in qualsiasi forma e per qualunque motivo abusato del proprio ruolo, andrebbe condannato senza alcun tipo di incertezza o attenuante. Già ora, però, in attesa che si arrivi alla verità, al cui accertamento è preposta la magistratura giudicante, ci sono famiglie e bambini che stanno vivendo una situazione drammatica. Ed è ben comprensibile lo sgomento e il bisogno di verità dell’opinione pubblica, per le domande che si sono aperte e che hanno bisogno di risposte chiare, anche rispetto ai meccanismi di tutela dei più piccoli, comprese le procedure d’affido, nei quali i servizi sociali e la stessa giustizia minorile si trovano ad operare, con gli amministratori locali, sindaci in primo luogo, investiti di competenze dirette. Per questo motivo, la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha istituito un’apposita Commissione tecnica, formata da professionisti di assoluta competenza, per analizzare il sistema delle tutele nel suo insieme e individuare, laddove presenti, criticità e possibili correttivi, anche al di là delle competenze specifiche della Regione stessa. Ho voluto in questo modo dare il senso che nessuno può nascondersi dietro le responsabilità altrui: siamo tutti interessati e dobbiamo tutti sentirci impegnati a rafforzare il sistema di tutele nel suo insieme perché questo pretendono i cittadini, al di là delle prerogative dei diversi attori in campo. In questo delicatissimo contesto- prosegue-, dove il bene primario dovrebbe essere in ogni caso la tutela dei minori coinvolti e delle famiglie, troppi hanno deciso di percorrere la strada della strumentalizzazione, arrivando ad utilizzare vicende drammatiche per la ricerca del consenso di parte. Questo è sempre sbagliato e lo è tanto di più quando sono coinvolti bambini. Il senso di responsabilità non deve mai lasciare il campo alle urne. Abbiamo ascoltato e letto dichiarazioni inaccettabili, accuse che nulla c’entrano con l’inchiesta, accostamenti che la stessa Procura di Reggio Emilia ha dovuto pubblicamente smentire. La campagna d’odio scatenata sui social non solo non permetterà di fare un passo avanti nell’accertamento dei fatti, ma rischia al contrario di generare altri mostri e altri reati. Chiedo che ci si fermi un attimo, dunque, e che si ponga un limite a questa escalation che rischia di travolgere tutti, anche chi non ha alcuna responsabilità né diretta né indiretta, a partire dai tanti operatori che quotidianamente lavorano per il bene e la tutela dei minori e delle persone”.
Il presidente della Regione sottolinea infatti come “una cosa debba essere chiara: nessuno si permetta di mettere sotto accusa un’intera categoria di persone che opera nel sistema di welfare dell’Emilia-Romagna. Anche qui, ribadisco ciò che dissi il giorno stesso in cui si seppe dell’avvio dell’inchiesta: non accetto speculazioni né il discredito sul lavoro quotidiano di migliaia di operatori dei servizi per l’infanzia di questa Regione, considerati fra i più avanzati d’Europa, donne e uomini che rappresentano un patrimonio comune di questa terra a prescindere da qualsiasi connotazione di parte. Operatori la cui professionalità ed esperienza può anzi essere preziosa per i correttivi che saranno eventualmente definiti. Deve essere altrettanto chiaro che la Regione Emilia-Romagna non ha nulla da nascondere ed è anzi la prima a volere che sia accertata la verità. Abbiamo già annunciato che, in caso di processo, ci costituiremo parte civile. Pongo allora una domanda: è possibile ora mettere un punto alle polemiche e alle strumentalizzazioni, da parte di tutti, e compiere insieme un passo avanti? E’ importante che la politica ritrovi un filo comune di responsabilità per individuare insieme le giuste contromisure, che non sono né di destra né di sinistra. La tutela dei bambini non può dividere gli schieramenti e i partiti. Ed è compito di tutti far sentire alle famiglie e alle comunità coinvolte la presenza vera delle Istituzioni, capaci di dare loro le risposte che servono. Auspico che la risposta sia positiva– chiude Bonaccini -. E chiedo per questo che in Assemblea legislativa le forze politiche, tutte, trovino le condizioni per l’istituzione di una Commissione regionale d’inchiesta che in maniera concreta e in tempi certi possa dare un contributo di ulteriore chiarezza rispetto ai fatti e a quanto sarà necessario porre in essere per rafforzare le garanzie a tutela dei bambini e delle famiglie. Sia appunto questo l’obiettivo della politica- chiude Bonaccini-: la protezione dei minori e la tutela delle persone”.
(23 luglio 2019)
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