di Giancarlo Grassi #Bologna twitter@bolognanewsgaia #Maiconsalvini
Come tutti sapevamo, e come vi avevamo in qualche modo anticipato, all’ottima Borgonzoni non fregava un accidente dell’Emilia Romagna e, dato che non gliene fregava un accidente, ha deciso di non entrare in consiglio regionale come capo dell’opposizione e rimarrà a Roma a godersi una qualche poltrona che le verrà regalata in omaggio al sacrificio.
Il tutto avviene dopo che la Signora della Geografia aveva promesso a più riprese ai suoi elettori creduloni, così creduloni da ritenere che stavano votando Salvini e non quella che avrebbe dovuto essere la capa dell’opposizione, che sarebbe rimasta a guidare la Lega in consiglio regionale in caso di sconfitta e che avrebbe dato le dimissioni da senatrice… Naturalmente si guarda bene dal farlo e per lei sarebbe già pronto uno scranno da qualche parte, oltre a quello del Senato, in faccende relazionate con la cultura. Perché lei che conosce bene la geografia e scambia Bologna con Ferrara deve onorare la cultura italiana con la sua presenza.
Così la Lega che vi frega vi ha fregato un’altra volta, a voi che pendete dalle labbra dell’Orrendo Tribuno e votate ogni sua inconsistente flatulenza, e sarete costretti ad accontentarvi della presenza della buona Borgonzoni alla prima seduta del consiglio regionale presieduto da Stefano Bonaccini che l’ha stracciata alle Regionali del 26 gennaio scorso.
La riserva sull’ennesima borgonzonata avrebbero dovuto scioglierla a Vignola, alla festa della Lega, ma si sono ben guardati dal farlo ed il Tribuno leghista ha dichiarato che a lui la brava Lucia serve “ai dipartimenti a livello nazionale: Giustizia, Esteri, Economia. E Cultura, Arti Visive, Cinema, Spettacolo, Teatro” perché “lei su quello è apprezzata da tutti gli operatori del settore”: da noi non è apprezzata per niente, e siamo operatori del settore. Quindi Salvini la pianti con i suoi “tutti” che vogliono dire “tutti quelli a cui io mi riferisco”.
Ecco così chiusa l’ennesima bufala leghista, quella che voleva una presidente-avatar salvinidiretta sulla prima poltrona della Regione Emilia-Romagna e che non è nemmeno in grado di guidare l’opposizione, così che la fanno rimanere a Roma. A parlare di Bibbiano.
Ci dovrebbe essere una legge che costringa alle dimissioni chi, già in carica, decida di candidarsi per un’altra carica. Toccherà cominciare a lavorare sulle leggi di iniziativa popolare.
(2 febbraio 2020)
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