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Primarie PD 2023 tra ottimismo e bisogno di una “cosa nuova”. Seggi chiusi con un milione di voti alle 20

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di Gaiaitalia.com Notizie

C’è soddisfazione nel piccolissimo seggio in provincia di Modena, un paio di migliaia di abitanti, frazione di Formigine, dove alle 16 avevano votato più di 200 persone in una giornata dal clima infernale con freddo e pioggia battente. C’è quasi pudore nel funzionario che accoglie il nostro inviato, ci dà le cifre con imbarazzo. Quasi per tranquillizzarci.

E andiamo oltre. A Palermo il nostro Alfredo Falletti visita alcuni gazebo alle prime ore del mattino. Per tanti elettori ed iscritti al PD siciliani potrebbe essere una data storica – inizia così il suo racconto.

I gazebo piazzati a Palermo, città da sempre “complicata” per la sinistra, ma che ha visto vittime illustri e Pio La Torre ne è simbolo senza riserve. La radicale differenza di disponibilità ad una chiacchierata non certo incentrata su massimi sistemi politici e di partito si rende evidente in un gazebo che, con un perentorio “non siamo stati autorizzati a rilasciare interviste; bisogna rivolgersi ai referenti di partito in sede”, non combacia, per fortuna, con  la cordialità e la disponibilità ad una serena chiacchierata riscontrata in altri gazebo e forse in questa esasperata ed esasperante, quanto inutile, burocratizzazione si trova quel segno distintivo di un partito che ha perso tutto quel che potesse perdere, ma soprattutto ha perso la gente al di là dei voti, ha perso anime di quel popolo stanco di chiacchiere, confusione, formalismi e bizantinismi ma soprattutto stanco della distanza che il partito ha creato barricandosi “a palazzo”. Dove si sia incontrata cordialità e disponibilità si sono avute risposte semplici a domande semplici. Un “presidente” ed alcuni giovani presenti vedono nelle primarie una sorta di “anno zero” dopo le recenti sconfitte elettorali soprattutto quella del 25 settembre che impongono un radicale cambiamento, esigenza testimoniata dagli iscritti e dalla stessa dirigenza, almeno quella più “illuminata” non assisa su sacro soglio partendo da una severa ed intransigente autocritica. Da questo nuovo corso, sono certi, si avranno risposta e partecipazione della base, soprattutto quella dell’astensione. Del resto i candidati in lizza, Bonaccini e Shlein, a dire degli intervistati, sembrerebbero esprimere le anime del partito mentre altri candidati non sono apparsi in grado di esserlo altrettanto. Questa risposta trova riscontro nelle risposte degli elettori tant’è che, a seconda delle zone, la distanza tra i candidati sembrerebbe essere esigua. In termini “non politichesi”, dalle primarie ci si aspetta, con non poco ottimismo recupero degli astenuti; maggiore partecipazione alla vita del partito ed al voto, ma soprattutto che i vertici si esprimano concretamente nelle materie più scottanti che sono una vera bomba sociale innescata ed inascoltata: lavoro, scuola, precari, piccole partite IVA, recupero degli iscritti con tessera CGIL e voto a Lega e FdI, unità di intenti per combattere l’avanzata della destra.

Ed il popolo PD, quello che si avvicina ai gazebo, cosa pensa?

C’è chi è orgoglioso delle sue radici PCI dei tempi di Berlinguer e manda anatemi a chi lo abbia messo in soffitta; c’è chi manifesta tanta amarezza e vede nella Schlein una speranza di ritorno all’identità di partito di sinistra; c’è chi diffida di Bonaccini o chi lo vede come la soluzione e c’è chi, a 96 anni, ha assistito ai disastri di quasi un secolo di storia e appoggiato al braccio della bisnipote, va a votare come sempre da sempre. Intanto i “ragazzi dei gazebo” di Palermo gestiscono il flusso, a tratti incoraggiante, di chi si avvicina per votare e poi scappare verso la domenica in famiglia o davanti alla tv per le partite.

Marco Biondi era a Roma. Zona Pietralata. Il seggio è sede di uno dei circoli PD dove è forte la tradizioni di sinistra, diretta eredità del PCI. Già all’epoca del trionfo alle primarie di Matteo Renzi, questo era un circolo a lui ostile, che si era apertamente schierato con Cuperlo. Anche l’immagine esterna è sempre la stessa dei tempi del PCI, ma anche oggi apre le sue porte a quell’esercizio di democrazia, fortemente voluto da Veltroni alla nascita del Partito Democratico, per il quale il segretario deve essere eletto dalla base. E con le primarie, non una base rappresentata solo dagli iscritti aderenti ai circoli, ma allargata anche a chi si dichiara semplicemente essere un elettore del PD.

Vogliamo quindi sentire direttamente da chi si reca al seggio quali sono gli umori e le speranze per il futuro del PD e del Paese. Oggi è anche una “domenica ecologica”, quindi con pochissime auto alle quali è consentito circolare. Fenomeno che limiterà chi vive distante da un seggio, ma che invece agevolerà la partecipazione a chi ci abita vicino. Inibite le gite fuori porta e forse anche le visite ai parenti, perché non approfittare per contribuire alla scelta del nuovo segretario? Chiediamo a Giuseppe, appena uscito dal seggio, quali sono le sue sensazioni. Giuseppe ha 44 anni, è impiegato e questa è la terza volta che partecipa al voto. E’ iscritto al partito da 8 anni.

Certo. Io sono un sostenitore del PD, a mio parere l’unico partito veramente democratico, perché sceglie il proprio segretario attraverso le primarie. Infatti, ero renziano e avevo votato per Renzi nel 2017, ma ho deciso di non seguirlo più da quando si è fatto un altro partito padronale. Oggi ho scelto Bonaccini perché rappresenta meglio la mia idea di politica, riformista ma moderata (…) il timore che chi si riconosce nella linea dello sconfitto possa poi ostacolarne il cammino, purtroppo resta”.

“Noi abbiamo votato per Elly” dice la signora Elide. “E’ ora che il PD riprenda la sua connotazione di partito di sinistra e con Bonaccini rischiamo che non cambi nulla. Poi Elly è giovane e donna. La vedo bene a opporsi alla Meloni. Dobbiamo combattere la destra. Con Elly possiamo vincere!”. Incerto Antonio, 25 anni “non tanto per il candidato, perché entrambi mi piacciono abbastanza, ma perché questa scelta influirà sulla linea politica del partito. Vincendo Bonaccini, il PD probabilmente sarà più attrattivo per chi adesso guarda al terzo polo, ma resterà molto scoperto a sinistra, agevolando i 5 Stelle. Infatti ho scelto Elly Schlein. Se oggi i 5 stelle sono accreditati di tre volte i voti che prenderebbero Renzi e Calenda, per avere un partito più forte, ci conviene essere percepiti come un partito di sinistra. Rubando metà dei consensi di Conte andremmo vicino al 30% e potremmo avere più voce in capitolo. Quindi spero tanto che vinca Elly”. E poi un signore sulla sessantina che non ci dice il suo nome.

“E’ ora di cambiare, via la vecchia dirigenza e spazio ai giovani» ci dice un signore sulla sessantina che preferisce non presentarsi. «Noi dobbiamo fare pulizia di quella classe dirigente, ereditata dal PCI che lotta per le proprie posizioni di potere all’interno del partito e se ne frega della gente che non ci vota più perché non ne difendiamo gli interessi. Basta! Io mi auguro che vinca Elly e che poi faccia una bella pulizia. Dobbiamo tornare ad essere il partito dei lavoratori, non più delle banche e del capitale”.

Inizia a piovere in maniera piuttosto insistente. Le poche persone che escono dal seggio, corrono a casa a ripararsi. Il grande esercizio di democrazia procede. Sono ancora tanti quelli che sperano in un cambiamento. Praticamente nessuno delle persone che abbiamo intervistato ha manifestato l’interesse ad avere una continuità col presente. Del passato resta l’impostazione data da Veltroni alla nascita del partito, non restano di certo i deludenti risultati elettorali, ma nemmeno esiste un richiamo ai fasti del primo periodo renziano. Azzerare e ripartire. Forse, di questo, ne sente la necessità anche il Paese.

Dall’altra parte di Roma al seggio numero 80 di Roma presso la sede PD Togliatti Subaugusta, Via Chiovenda 64, la nostra Silvia Morganti incontra due elettori, un uomo e una donna entrambi sui 50anni, che vogliono restare anonimi, e che hanno votato per Elly Schlein. Tutti e due.

Alle 20 hanno chiuso i seggi. Primi calcoli sommari danno il totale dei votanti oltre il milione di persone. Silvia Roggiani presidente della commissione nazionale per il congresso PD ha detto a Rai Tre che i primi dati usciranno tra le 21.45 e le 22.

 

 

(26 febbraio 2023)

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