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Ricoperto di bianco il “murales trans” di Rimini

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di Pa.M.M.

“A Rimini è comparso ad opera del writer riminese Kage un murales con la rappresentazione grafica di una foto reale, quella di un uomo trans che allatta il proprio figlio. Le reazioni della destra sono state umilianti e offensive soprattutto perché la scena rappresentata è un pezzo di vita vera che alcune persone trans hanno vissuto e vivono. La storia e la foto è quella di Evan Hempel, uomo trans che nel 2015 ha partorito e allatta suo figlio”, così un comunicato stampa a firma Marco Tonti.

“L’opera è forte, esplicita” continua il comunicato, “e ha la potenza della vita vissuta ed è per questo che la censura vigliacca che l’ha colpita ha il sapore violento della cancellazione di esistenze e realtà, di oscuramento senza appello di ciò che spaventa, di negazione di affetti e legami che invece hanno piena dignità umana e esigono riconoscimento. Le mani che hanno cancellato il murales sono le stesse di chi si scaglia contro il politically correct, ma ovviamente solo fino a quando sta bene a loro e in questo caso la “scorrettezza” invece non gli va bene; e allora con la protezione vigliacca della notte agiscono per cancellare il diritto di espressione altrui per affermare solo il proprio. Questo gesto chiarisce bene la visione distorta di democrazia che alcune persone hanno: si può fare solo ciò che vuole la maggioranza. Eppure il grado di democrazia di uno Stato e di una città si misura, sempre, soprattutto con le tutele e il riconoscimento delle minoranze e con la valorizzazione delle differenze. Anche per questo bene ha fatto il sindaco Sadegholvaad a difendere l’opera anche nel suo valore espressivo e artistico oltre che simbolico. L’occasione – e dispiace che la polemica lo abbia adombrato – è stato il TDOV, Transgender Day of Visibility del 31 marzo, cioè la ricorrenza in cui le persone trans si aprono al mondo e rendono visibile la loro esistenza, le loro problematiche e il loro percorso umano. Questo percorso è purtroppo ancora segnato da pregiudizi e violenze, dalla mancanza di carriere alias in molte scuole (in Italia sono circa 200 gli istituti superiori che le riconoscono, a Rimini solo il Serpieri), alla difficoltà di trovare lavoro o dalla paura di licenziamento come purtroppo succede spesso, per non parlare della difficoltà del percorso della affermazione di genere ancora tortuoso e bersaglio di polemiche”.

(foto dalla pagina del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad)
(foto dalla pagina del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad)

Se pensano di avere risolto il problema con una mano di bianco” chiude il comunicato  del presidente di Arcigay Rimini Alan Turing “si sbagliano di grosso, la vita, l’amore e l’esistenza sono inarrestabili e come un fiore che germoglia forando un manto di asfalto troveranno sempre il modo di vivere e crescere, se ne facciano una ragione i censori leghisti e destrorsi, fautori della democratura totalitaria alla Orban, perché troveranno nella comunità LGBTQI+ sempre una difesa della democrazia, della libertà e una prospettiva di società paritaria e inclusiva, a qualunque costo”.

 

(4 aprile 2023)

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