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Roberto Speranza tende la mano a Letta e Conte: “Scrivere insieme una pagina nuova

di G.G., #Politica Con un post sulla sua pagina Facebook (in basso) il ministro della Salute Roberto Speranza, anche segretario di Articolo Uno, si dice pronto al confronto per una nuova agenda progressista per l’Italia rivolgendosi ad Enrico Letta e Giuseppe Conte con un invito a “Scrivere insieme una nuvoa pagina per l’Italia”.   Difesa dei beni pubblici […]
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“Tonti, ma non troppo”: Stereofascismo (Faccetta nera remix)

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di Marco Tonti #Tontimanontroppo twitter@gaiaitaliacom #NoFascismo

 

In questi giorni due notizie hanno riportato a galla alcune storie di quel Ventennio, storie che raccontano pienamente la tragicomica vita dei nostalgici in questo Ventennio.

A Chioggia, un lido che si era già fatto riconoscere nel 2017 per aver tappezzato di motti fascisti lo stabilimento, è tornato alla carica. Allora disse “qui da me vige il regime” e “non chiedo scusa”. È tornato agli onori delle cronache per un video in cui il ducetto marittimo, arrampicato sulla torretta di salvataggio, canta sulle note di “Faccetta nera” col braccio teso davanti a un pubblico di vacanzieri e vacanziere in costume, accaldati, unti di olio solare anche loro col braccio teso, sobballando all’allegro motivetto.

Il gestore allora ebbe a dire “io non ho mai votato, non sono di destra né di sinistra”, confermando così spontaneamente, e probabilmente inconsapevolmente, il famoso detto.

Ora sorbiamo un corroborante caffè di cicoria, saliamo sulla nostra Topolino, facciamo il pieno di carburante autarchico Robur, e percorriamo qualche km sul litorale adriatico.

Viserbella, frazione di Rimini. Al ristorante La Tana invece il 16 giugno non si è cantato “Faccetta nera”, al contrario il cameriere, dopo aver preso l’ordinazione di una famiglia di origine senegalese che stava festeggiando il compleanno della figlia di 2 anni, si è rivolto a un ritratto del duce e sfoderando un saluto romano gli ha chiesto scusa, in effige, per aver avuto a che fare con dei neri. “Benito, perdonami”. “Faccetta nera” qui non vale più.

Ovviamente in seguito alla denuncia della famiglia il ristoratore ha messo le mani avanti: “Siamo persone aperte: accettiamo anche i cani”, magari ebrei e cani come dicevano i cartelli di divieto così diffusi durante il fascismo. Il gestore non è pentito e non ha intenzione di scusarsi: “Non mi ritengo fascista, ma credo nella patria che non c’è più. Mica le ho detto ‘brutta scimmia torna a mangiare le banane in Africa’”.

Buona grazia.

“Quella signora è del Pd, ha montato il caso per ragioni politiche”, ha poi rincarato la dose il gestore. Ma con una tavolata di ex di Forza Nuova, tra cui Mirco Ottaviani recentemente cacciato da FN per indegnità (pensa te!), accomodata, servita e riverita proprio nel momento in cui si svolgeva un presidio antifascista a pochi metri, ecco no quello invece non è la montatura del caso per motivi politici, sono solo clienti come tutti gli altri.

La morale è questa: non ci sono più i fascisti di una volta. Una volta erano fieri, orgogliosi del loro regime corrotto e sanguinario, felici di avere finalmente una buona scusa per non alzare la voce contro il capo. Oggi invece i fascisti sono da operetta, mettono santini del duce ovunque, fanno battute, pronunciano frasi come “se ciera ancora lui”… ma se li sveli, gli metti un microfono sotto al naso e gli dai l’opportunità finalmente di dichiarare la loro fede, improvvisamente gli si piegano le gambe, negano, si giustificano masticano mezze frasi, mettono le mani avanti e fanno le vittime.

– “Ci vuole un po’ di olio sulla pizza?”
– “Sì grazie”
– “Di ricino va bene?”

 

 

(25 agosto 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 

 




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