di Redazione #Bologna twitter@gaiaitaliacomlo #Trasporti
Questa mattina alle ore 07.55 il treno 2996 che trasporta i pendolari di Ravenna e Lugo a Bologna,
si è presentato alla stazione di Ravenna con soli tre vagoni, uno dei quali chiuso ai viaggiatori.
Nei due restanti si sono stipati i pendolari che dovevano raggiungere Bologna uno dei quali era il
presidente di Federconsumatori Emilia Romagna, Marcello Santarelli, che utilizza ogni giorno
questa tratta, e che, ancora una volta, ha potuto constatare direttamente sulla sua pelle lo stato
del servizio del trasporto ferroviario regionale.
Il treno ha raggiunto Lugo, dove i pochi interstizi rimasti si sono riempiti con i corpi dei pendolari
lughesi che sono riusciti ad entrare. Altri, vista la malaparata, sono stati costretti a usare i propri
veicoli per raggiungere il lavoro, visto che non vi era posto. A quel punto i due vagoni erano stipati all’inverosimile, le persone in piedi, su piattaforme e corridoi con l’aggravante di una porta di uscita dal vagone bloccata.
Il treno dei pendolari trasformato in una tradotta bestiame.
La situazione che oltre ad essere di per sé indecente, viste le condizioni nelle quali si viaggiava,
aveva anche profili di pericolosità per l’incolumità dei passeggeri. In questo caso la capotreno
avrebbe dovuto controllare che le persone in piedi non avessero problemi fisici evidenti, cosa per
lei assolutamente improbabile, in quanto era impossibile muoversi attraverso i vagoni.
Situazioni come queste in quella tratta come in altre (non se la passano meglio gli emiliani) non
sono affatto straordinarie.
I pendolari si muovono in mezzo a mille difficoltà, tra ritardi, soppressioni di treni, orari improbabili
e affollamenti incredibili, da sempre denunciati da Federconsumatori e oggetto di precise proposte
volte al miglioramento del servizio.
Alla Regione Emilia Romagna, in occasione della stipula del nuovo contratto di servizio con la
società mista Trenitalia – Tper che si occuperà del servizio ferroviario regionale,
Federconsumatori ha chiesto tra l’altro:
- di accelerare la sostituzione del materiale rotabile obsoleto, i nuovi treni dovrebbero
entrare in funzione a partire dalla primavera prossima, prediligendo le tratte fino ad oggi più
penalizzate, come quella tra Ravenna e Bologna; - che siano inasprite le sanzioni a fronte di disservizi e ritardi, oggi tali sanzioni non
scoraggiano il gestore che trova più conveniente pagarle piuttosto che fare gli investimenti
necessari a migliorare il servizio; - che sia istituito un sistema di conciliazione al quale i viaggiatori possano accedere in caso
di contenzioso o ritardi, oggi del tutto inesistente; - che gli orari dei treni siano tarati con le esigenze dei viaggiatori, in special modo i pendolari
e che tengano conto anche di chi oggi non si serve del treno per viaggiare perché tali orari
non sono consoni alle proprie esigenze. Si vedano gli studenti ravennati che non hanno la
possibilità di frequentare l’università da pendolari e sono costretti alle ingenti spese per
risiedere nel capoluogo emiliano; - che il controllo della soddisfazione dei viaggiatori nei confronti del servizio non sia deputato
agli stessi gestori o alla Regione, ma alle associazioni dei consumatori, a garanzia della
terzietà del rilevamento, come stabilito dalla normativa di legge.
La Regione Emilia Romagna e le istituzioni territoriali non possono e non devono perdere il treno
per un radicale miglioramento di questo servizio essenziale ai cittadini di questa Regione ne
rinunciare a ricominciare ad essere una punta avanzata sul terreno dei diritti di cittadinanza.
Così un comunicato stampa giunto in redazione.
(9 novembre 2018)
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